du Sénat

Tragedia Stresa-Mottarone: Lanièce « Per chi come noi viene da luoghi simili, il dolore è duplice »

Martedì 25 maggio, a nome del gruppo per le Autonomie, sono intervenuto in Senato per ricordare le vittime della funivia Stresa-Mottarone. 

Per chi come noi viene da luoghi simili a quelli in cui è maturata questa tragedia, il dolore è duplice. Lo è perché conosciamo bene il contesto nel quale è maturata, quello di una domenica di festa, di spensieratezza da passare assieme ai propri cari che, improvvisamente, si trasforma in un appuntamento con la morte, con le foto sui giornali e con le storie delle vittime. E lo è perché nella nostra memoria è ancora vivo il dolore delle tragedie del Cermis, di Champoluc o del Monte Bianco. Vicende che hanno segnato la nostra storia e che hanno spinto il legislatore e il mondo degli impianti a fune a prestare sempre più attenzione alla sicurezza.

Per questo, adesso che la montagna vede la luce dopo una stagione durissima, è importante che non passi un messaggio allarmistico. I controlli sono e restano ferrei, e lo sono stati anche nelle settimane delle chiusure, ma le revisioni costano e gli enti locali sono chiamate a intervenire per supportare le piccole società di gestione. Tuttavia è giusto e doveroso innalzare il livello dei controlli e delle ispezioni perché, come sappiamo, la sicurezza non è mai troppa.

Così come sarà doveroso accertare fino in fondo le responsabilità di quanto ha accaduto. Chi ha sbagliato, deve pagare, perché è impensabile che nel 2021, con la tecnologia che abbiamo a disposizione, con le norme che ci sono, si possa morire in questo modo.

Lo dobbiamo anche alla montagna, ai tanti che, quotidianamente, lavorano con la massima professionalità e il massimo rigore, per garantire la sicurezza delle persone. Ma lo dobbiamo soprattutto alle vittime, ai loro cari, lo dobbiamo al piccolo Eitan a cui, da quest’aula, mandiamo idealmente la carezza più tenera e l’abbraccio più commosso di cui siamo capaci

Albert Lanièce

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