Da ottant’anni, l’Union Valdôtaine rappresenta una forza stabile e radicata nella Valle d’Aosta, portando avanti i valori e gli interessi della nostra comunità. Non si è mai lasciata incantare dalle promesse e dai clamori dei partiti nazionali, che urlano al cambiamento, promettono rivoluzioni e, alla fine, spariscono con la stessa velocità con cui sono arrivati. L’impegno dell’UV al contrario, è saldo e non cede alle mode passeggere.
Mercoledì 16 ottobre, durante i lavori del Consiglio Regionale, il capogruppo Aurelio Marguerettaz ha voluto sottolineare proprio questa differenza. In occasione del passaggio del consigliere Christian Ganis dalla Lega Vallée d’Aoste a Forza Italia, Marguerettaz ha ricordato come i partiti nazionali siano spesso vittime di un entusiasmo momentaneo, per poi crollare sotto il peso delle loro stesse contraddizioni. « Se io fossi in Ganis oggi sarei contentissimo, » ha detto Marguerettaz, « perché ha scatenato quasi tutto il gruppo della Lega. Un’attenzione che non si è vista nemmeno quando quattro consiglieri hanno lasciato il gruppo in passato ». Le sue parole, più che una riflessione sull’individuo, hanno messo in evidenza la reazione spropositata dei partiti nazionali davanti a dinamiche interne, segno della loro fragilità e della loro natura volatile.
Il punto chiave non è il passaggio di un consigliere, ma la superficialità con cui i partiti nazionali affrontano il cambiamento. Oggi esaltano un leader, domani ne cercano un altro, in una continua rincorsa che non ha nulla di stabile né duraturo. Come ha ricordato Marguerettaz nel suo intervento, « molte volte l’elettorato aderisce a delle mode », e questo porta a risultati effimeri. I movimenti che fanno grandi promesse di rinnovamento, che si presentano come il cambiamento radicale, spesso finiscono per scomparire. « Vi ricorderete quelli che volevano entrare in Consiglio regionale e aprirlo come una scatola di tonno », ha aggiunto, riferendosi a quei movimenti nati sotto l’insegna del rinnovamento, ma che hanno poi disatteso i loro impegni.
L’Union Valdôtaine, invece, non segue questo tipo di politica. Come ha detto Marguerettaz, « noi non siamo un modello franchising », dove si cambia logo a seconda di ciò che è popolare. L’obiettivo dell’Union non è inseguire il consenso temporaneo, ma lavorare con costanza, serietà e dedizione per il futuro della Valle d’Aosta.
In questo contesto, è impossibile non notare come la politica nazionale tenda a oscillare tra estremismi e promesse vuote. Marguerettaz lo ha chiaramente evidenziato « Amici della Lega, io non ho per niente apprezzato quel carosello di persone dell’ultradestra che hanno animato Pontida, questo lo devo dire, sono lontani dai nostri valori”.
L’Union Valdôtaine è una forza moderata, che dialoga con tutti, ma che rimane fedele ai suoi principi, lontana da derive pericolose per la democrazia e per la stabilità della nostra regione. Bene ha fatto Marguerettaz a sottolineare come: “noi ci posizioniamo sempre nei valori democratici europei, noi non vogliamo dei capò, noi non vogliamo dei dittatori”
La nostra comunità non ha bisogno di leader che si esauriscono come mode stagionali. Ha bisogno di stabilità, di coerenza e di un impegno concreto e costante. L’Union Valdôtaine ha dimostrato, in ottant’anni di storia, di essere l’unico punto fermo in un panorama politico spesso caotico e confuso. Continueremo a essere una garanzia per i valdostani, lavorando per il loro futuro senza cedere alle sirene del populismo o delle mode del momento.
Perché alla fine, le mode passano. L’Union Valdôtaine resta. Bien faire!