Il Senatore Albert Lanièce è intervenuto oggi sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Di seguito il suo intervento
« Questa crisi di governo, in piena pandemia, ci permette di fare un breve bilancio di ciò che è successo nel nostro Paese in questi mesi. Se è vero che l’Italia è stata uno degli Stati più colpiti da questa epidemia da coronavirus, mi sento di affermare che la Montagna sia il territorio più ferito, sia dal punto di vista sanitario, sia sotto l’aspetto economico.
E in particolare la mia Regione, la Valle d’Aosta, ha subito e sta subendo delle conseguenze pesantissime, essendo la nostra economia legata al turismo invernale; un turismo che dipende totalmente dagli spostamenti da altre Regioni o da altri Stati, e che l’esiguo numero di residenti non potrebbe mai garantire un minimo di sostegno, come invece avviene in tutti gli altri territori del Paese.
E questo dato di fatto ha spinto il Consiglio regionale della Valle d’Aosta e il nostro Presidente a legiferare secondo le competenze che ci permette il nostro Statuto speciale di Autonomia, indispensabile (e questo lo avevano ben chiaro i nostri Padri costituenti) per adattare e rimodulare anche le norme nazionali ed europee a un territorio particolare e unico, rispetto al resto del Paese.
Ma questo, mi spiace dirlo, signor Presidente, il suo Governo non lo compreso in un momento così delicato, dimostrando poca sensibilità verso la mia Regione e una scarsa conoscenza della realtà alpina valdostana. L’impugnativa della legge regionale della Valle d’Aosta sull’emergenza Covid mi ha sorpreso e amareggiato. E questa impugnativa diventa ancora più difficile da capire nel momento in cui, in un altro territorio alpino, la Provincia autonoma di Bolzano è in vigore una legge praticamente identica e che, ne sono contento, il Governo non ha ritenuto di impugnare, creando, per noi Valdostani, tuttavia un’evidente e insopportabile ingiustizia e una diversità di trattamento. Questo è difficile da giustificare: due pesi, due misure. Oltretutto, e questo è un paradosso, si tratta una legge considerata dalla Consulta pericolosa per la salute pubblica (come auspicato dal Governo), ma che da quando è in vigore ha visto il miglioramento della situazione sanitaria in Valle d’Aosta, che tra l’altro è nei primissimi posti nella campagna vaccinale.
Più in generale, signor Presidente, in considerazione della fiducia al Conte-bis, le avevo sottoposto delle questioni importanti e prioritarie per la Valle d’Aosta che non vi è stato neppure il modo di affrontare. La mia posizione in questa prestigiosa Aula sarà sempre quella ispirata dai princìpi del mio movimento, l’Union Valdôtaine: l’autonomia nata dalla lotta di Resistenza al nazi-fascismo, l’Europeismo più convinto e soprattutto il federalismo integrale, contrario a qualsiasi rigurgito di neo-nazionalismi e anche a modifiche della nostra Costituzione, nel suo Titolo V, in senso centralista.
Mi auguro quindi che l’attività di questo governo sia caratterizzata da una diversa e più convinta attenzione alla realtà della Montagna e verso la Valle d’Aosta: ci sono temi ben precisi, che ho già sottoposto e che spero siano seriamente presi in considerazione.
E quindi, dopo un anno, la mia fiducia si è incrinata. Una mia conferma della fiducia sarà condizionata dalla volontà del suo Governo di accettare le nostre richieste in un autentico spirito di collaborazione e di rispetto reciproco. Questo è il momento del dialogo e della non contrapposizione.
Noi valdostani siamo un popolo numericamente piccolo, ma che nei secoli ha sempre portato ben alta la fiaccola della nostra libertà e della nostra identità. A questo non potremo mai rinunciare ».