Domani, venerdì 26 novembre 2021, ricorre il quarantesimo anniversario della legge 690/1981, « Revisione dell’ordinamento finanziario della regione Valle d’Aosta ». Il titolo, correttamente, indica « revisione », poiché già nel 1955 e nel 1971 il Parlamento italiano aveva approvato due leggi sull’ordinamento finanziario regionale.
Il percorso per dare attuazione all’articolo 12 del nostro Statuto, finalizzato a ottenere l’autonomia finanziaria, indispensabile per esercitare le nostre prerogative statutarie, è stato lungo e faticoso ed è durato decenni.
L’ordinamento finanziario, richiesto fin dal 1948 e ottenuto nel 1955, fu il frutto di lunghe trattative che portarono, purtroppo, a un risultato poco soddisfacente, sia per l’entità delle risorse economiche attribuite, sia per la difficoltà a ottenerle, in quanto esse dovevano essere concordate ogni anno.
Diversamente, nel 1971 fu raggiunto un grande risultato: la legge 1065 riconosceva alla Valle d’Aosta un riparto fiscale di ben 9/10 sui tributi riscossi dallo Stato sul territorio regionale, ma tale risultato fu mortificato dalla riforma tributaria dello Stato del 1972 che, stabilendo un nuovo assetto dell’ordinamento finanziario nazionale, di fatto introdusse un regime transitorio (che durò un decennio) in attesa di approvare una norma che coordinasse le due leggi.
Nel 1981, le trattative per la Giunta guidata da Mario Andrione furono complicate e ricche di colpi di scena: a maggio il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge regionale, ma decise per un taglio di due decimi del riparto (sette invece di nove) una scelta giustificata dai notevoli introiti che la Valle d’Aosta avrebbe percepito per l’IVA (istituita nel 1972 e quindi non contemplata dalla legge 1065/71) e soprattutto per l’IVA d’importazione. L’operato del Governo fu argomento di acceso dibattito in Consiglio regionale. Con la caduta del Governo nazionale le condizioni politiche però mutarono, per cui il testo votato in Parlamento ripropose di nuovo i 9/10 della proposta originaria del Consiglio Valle, ad eccezione degli anni 1981/1982, per i quali, in via transitoria, la quota del riparto fu di 7/10.
Recentemente, nel 2009, la legge 42 « Delega al Governo in materia di materia fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione » ha recepito gli indirizzi politici della riforma costituzionale del 2001 in merito al federalismo fiscale e la relativa norma di attuazione dello Statuto speciale, adottata nel 2011, ha previsto due significative novità: la progressiva eliminazione della somma sostitutiva dell’IVA d’importazione (che sarà definitivamente soppressa nel 2017) e la modifica a favore della Regione delle quote del riparto fiscale, portato a 10/10 per IRPEF, IVA e numerosi tributi e imposte.
Gli aspetti positivi dell’attuazione del federalismo fiscale sono stati attenuati dalla crisi che ha investito il nostro paese a partire dal 2008 e, inoltre, il patto di stabilità e il crescente contributo della Valle d’Aosta al risanamento della finanza pubblica hanno significativamente ridotto le risorse a disposizione dell’Amministrazione regionale, basti pensare, a titolo d’esempio, all’impatto e agli effetti che ebbero (e continuano ad avere) sulle casse regionali e sui portafogli dei valdostani i decreti « Salva Italia » e « Cresci Italia » del Governo Monti!
La legge 690/81 ha indubbiamente portato grandi cambiamenti nella nostra Regione. Una rivoluzione economica che ha avuto notevole effetto pure sul tessuto socio-culturale. Le risorse a disposizione crebbero in maniera considerevole e furono ulteriormente incrementate, a partire dal 1993, dal trasferimento sostitutivo dell’IVA d’importazione. A grandi disponibilità, in parallelo si sono affiancate, giustamente, ulteriori competenze trasferite dallo Stato alla Regione. È utile ricordare come ad oggi, tra le altre, siano di spettanza e a completo carico della Regione le seguenti competenze: sanità; scuola e università; finanziamento agli Enti locali; funzioni provinciali, in particolare tutta la viabilità e le strade ad eccezione delle strade stateli 26 e 27 di collegamento internazionale; Corpo forestale valdostano; Corpo regionale dei Vigili del fuoco e servizi di protezione civile; motorizzazione civile; Camera di commercio e funzioni camerali; invalidi civili; funzioni prefettizie; personale della Sezione di controllo della Corte dei Conti e il costo di metà dei Consiglieri.
«Il consolidamento e l’implementazione delle competenze regionali nel tempo – evidenziano i Consiglieri dell’Union Valdôtaine – hanno sicuramente rappresentato un’opportunità ragguardevole sia per consolidare l’autonomia sia per formare professionalità di rilievo, allo stesso tempo, però, è giusto sottolineare che, a fronte di un bilancio ridimensionato nel corso degli ultimi quindici-venti anni, i costi e le spese inerenti sono rimasti interamente in capo all’Amministrazione regionale. Non è superfluo ricordare che tali spese rappresentano spese correnti che incidono sul rapporto con le spese di investimento.»
Grazie al riparto fiscale è stato possibile intervenire significativamente sulla qualità dei servizi, sulle infrastrutture e sul territorio, sul suo mantenimento e sulla sua valorizzazione. Allo stesso modo settori trainanti come l’agricoltura, il turismo e la cultura hanno beneficiato di energie profuse per valorizzare e per accrescere la qualità sia dei prodotti del territorio sia dei servizi offerti ai valdostani e ai turisti. Queste azioni hanno creato le condizioni per un diffuso benessere che, in una certa misura, ha permesso di attenuare gli effetti di una crisi nazionale e internazionale che, è innegabile, già prima della pandemia aveva pesantemente condizionato l’economia della nostra regione.
Si poteva fare di meglio? Probabilmente sì, così come, probabilmente, si sarebbe potuto agire peggio.
I governi regionali succedutisi dal 1946 a oggi, nell’impiegare le risorse finanziarie, hanno esercitato un diritto e un dovere verso i valdostani e la Valle d’Aosta. Per attuare appieno l’autonomia è indispensabile poter contare sulla più ampia autonomia finanziaria, in questo noi Unionisti crediamo, diversamente da quanto professano i vati dell’Estrema Sinistra che da sempre – salvo quando ricoprono incarichi di Governo -contestano l’entità delle risorse attribuite dal riparto fiscale alla Regione, affermando che esse siano sproporzionate e che non ci spettino.
Un esempio per tutti: l’autostrada Aosta Ovest/Courmayeur, la cui costruzione fu, fortemente e a lungo, osteggiata da Nuova Sinistra. Senza una notevole autonomia finanziaria non sarebbe stato possibile effettuare i lavori che consentirono di decongestionare il traffico sulla statale da Aosta a Courmayeur e di ridurre drasticamente gli incidenti mortali che accadevano di continuo sulla tratta stradale.
Il gruppo consiliare dell’Union Valdôtaine evidenzia che oggi a fronte delle risorse finanziarie, sempre più importanti, necessarie per mantenere soddisfacenti i livelli dei servizi per la nostra comunità e indispensabili per affrontare da un lato i nuovi bisogni imposti dall’evoluzione socio-sanitaria discendente dalla pandemia e dall’altro per rilanciare l’economia regionale in tutte le sue declinazioni, in alternativa alla visione miope e poco lungimirante degli estremisti del perbenismo altrui, di cui sopra, l’impegno di chi tiene alla Valle d’Aosta dovrà essere ancora quello di confrontarsi con lo Stato per garantirci finanziamenti congrui ai tempi che stiamo vivendo e coerenti alle necessità del nostro territorio, partendo da una rinegoziazione del contributo che lo stato continua a reclamare ogni anno alle casse regionali per un risanamento della finanza pubblica che oggi più che mai pare una richiesta pretestuosa, iniqua e incoerente se confrontata al mega indebitamento che l’Italia ha contratto per finanziare il PNRR.
Questo è il Federalismo, non un privilegio, ma un’assunzione di responsabilità.
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