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Aggiornato il Piano regionale di gestione dei rifiuti 2022-2026

Nella seduta del 27 aprile 2022, il Consiglio Valle ha approvato, con 18 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, GM) e 16 astensioni (Lega VdA, PlA, PCP, FI) un testo di legge che aggiorna il Piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026.

Gli obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti 2022-2026 sono conformi a quelli stabiliti dal pacchetto europeo di misure sull’economia circolare, che supera il concetto di differenziazione del rifiuto e spinge sulle politiche di riduzione della produzione dei rifiuti e del miglioramento della capacità di recupero: si sposta quindi l’attenzione sul riutilizzare, rinnovare e riciclare i materiali esistenti; quello che normalmente si considerava come rifiuto può essere trasformato in una risorsa e i rifiuti residui possono così diventare prossimi allo zero. La transizione verso un’economia circolare richiede però la partecipazione e l’impegno di tutta la comunità, dalle imprese, ai consumatori, alla politica.

L’aggiornamento del Piano si articola nella gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, nella bonifica delle aree inquinate e nei criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti e delle aree idonee al trattamento dei rifiuti.

Nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani, lo scenario assunto a riferimento è quello che mira a raggiungere, entro il 2026, un tasso netto di riciclo per i rifiuti urbani del 65% e un tasso di raccolta differenziata almeno pari all’80%. L’obiettivo generale è quello di ridurre l’attuale tendenza di aumento della produzione pro-capite dei rifiuti, di ridurre il conferimento in discarica, al fine di raggiungere l’obiettivo del 10% di rifiuti conferiti in discarica al 2035. Il conseguimento degli obiettivi di Piano sarà perseguito anche attraverso l’estensione della raccolta porta a porta e l’attivazione della tariffazione puntuale. Sempre in materia di rifiuti urbani, si prevede il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale, il miglioramento della dotazione impiantistica regionale, il monitoraggio costante della gestione dei rifiuti e l’analisi di fattibilità di adottare un modello di gestione incentrato su di un unico ATO.

Sotto il profilo impiantistico, la previsione è quella di integrare l’attuale impiantistica per chiudere all’interno della regione il ciclo di recupero dell’umido, del verde e dei fanghi di depurazione trasformandoli in prodotti quali compost di qualità da riutilizzare nel settore agricolo e nei recuperi ambientali. Fatta salva la previsione di una riorganizzazione delle discariche comunali di rifiuti inerti, non è prevista la realizzazione di nuove discariche.

Il Consigliere dell’UV Renzo Testolin, componente della III comissione, ha evidenziato come « il percorso effettuato in Commissione ha permesso di analizzare tutte le dinamiche che ci possono essere in un Piano di questo tipo, ma ora bisogna portare ad una nuova operatività la gestione dei rifiuti« . Per Testolin « c’è stata molta attenzione rispetto alle criticità emerse negli ultimi anni, in funzione anche di timori che la popolazione di determinati territori ha percepito e manifestato: timori che sono stati presi in carico in questa norma, attraverso il coinvolgimento degli enti locali al fine di dare uno sviluppo coordinato e che abbia il minor impatto possibile sul territorio. Secondo il Consigliere, la riduzione in un unico ATO sarà un percorso che gli enti locali dovranno valutare ed attuare anche di concerto e sotto il coordinamento attento della Regione con iniziative che siano omogenee per non discriminare nessun territorio. Da qui, parte un percorso più complesso, la cui difficoltà rimane nella gestione quotidiana delle attività, che sono in capo alle Unités des Communes, a volte anche poco attrezzate amministrativamente: la Regione dovrà quindi dare la possibilità agli enti locali di implementare gli organici per questa tipologia di servizio; anche la popolazione non potrà più chiamarsi fuori per rendere più virtuoso questo meccanismo di economica circolare, con l’obiettivo di avere una gestione più corretta e più utile alla salvaguardia del territorio, cosi come la stessa Regione dovrà prendersi carico di esigere all’interno dei propri appalti l’utilizzo di materiale rivitalizzato remunerandolo in maniera corretta« .

Il Piano disciplina anche il tributo speciale per il conferimento dei rifiuti in discarica: la tabella è stata aggiornata tenendo conto della sentenza della Corte costituzionale n. 82 del 2021, secondo cui non è legittimo differenziare l’importo del tributo speciale per i rifiuti speciali non pericolosi ammessi allo smaltimento in discariche per rifiuti non pericolosi a seconda che siano prodotti in regione o fuori regione. Sono state riformulate le voci delle tipologie di rifiuto e aggiornati alcuni importi di tributi al fine di disincentivarne il conferimento in discarica.

Il disegno di legge prevede infine, oltre all’aggiornamento quinquennale, la possibilità di revisione qualora dal rapporto di monitoraggio intermedio si evidenziasse che i risultati raggiunti non sono in linea con gli obiettivi o le ricadute ambientali del Piano stesso.

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